martedì 23 giugno 2015

Un mondo di nulla giurassico.


Jurassic World
Regia: Colin Trevorrow
Interpreti: Chris Pratt/Andrea Mete (Owen Grady), Bryce Dallas Howard/Federica De Bortoli (Claire Dearing), Vincent D'Onofrio/Enzo Avolio (Vic Hoskins), Jake Johnson/Edoardo Stoppacciaro (Lowery Cruthers), Nick Robinson/Mirko Cannella (Zach Mitchell), Ty Simpkins/Gabriele Caprio (Gray Mitchell), B. D. Wong/Loris Loddi (Dott. Henry Wu), Irrfan Khan/Angelo Maggi (Simon Masrani), Omar Sy/Simone Mori (Barry), Judy Greer/Rossella Acerbo (Karen Mitchell), Lauren Lapkus/Chiara Gioncardi (Vivian)
Genere: Fantascienza - Origine: USA - Anno: 2015 Sceneggiatura:Colin Trevorrow, Derek Connolly - Fotografia: John Schwartzman - Montaggio: Michael Giacchino  – Effetti speciali: Industrial Light & Magic -  Scenografia: Ed Verreaux - Durata: 106’  - Produzione: Steven Spielberg, Universal Pictures, Legendary Pictures, Amblin Entertainment - Distribuzione: Universal Pictures
Michele Massaro
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“Quando si racconta una storia al cinema, non si dovrebbe ricorrere al dialogo se non quando è impossibile fare altrimenti” diceva Hitchcook. Questo film ricorre talmente tanto al dialogo che ti viene da chiederti se sia un trattato scientifico di qualche pazzo strampalato o una pellicola fantascientifica. Così come per i personaggi di Jurassic World, infatti, lo spettatore vuole solo una cosa: più denti. La trama è semplice: ventidue anni dopo i fatti di Jurassic Park il parco è finalmente attivo. Tuttavia come ogni parco di attrazioni, per vendere bisogna crearne di nuove. La creazione in laboratorio di un nuovo ibrido metterà però in pericolo l’intera isola. Sinceramente non sapevo chi fosse Colin Trevorrow, mi aspettavo buone cose, tanta ignoranza, ovviamente, ma anche buon intrattenimento. Invece sembra che il film voglia solo dare messaggi sbagliati. La trama generale funziona, il ritmo è buono e gli attori recitano bene, ma tutto il maschilismo intrinseco nel film, le sotto-trame banali e inconcludenti e i bambini e ragazzi rappresentati esattamente come vent’anni fa annoiano parecchio. Il film è semplice attrazione, e anche così non va molto lontano. Buono per bambini e per adulti sempre bambini, vuoto di ogni cinematografia.


PUNTI M: 3

mercoledì 10 giugno 2015

"Mia Madre" riesce a stupire.

 

Mia Madre
Regia: Nanni Moretti
Interpreti: Margherita Buy (Margherita), John Turturro (Barry Huggins), Giulia Lazzarini (Ada), Nanni Moretti (Giovanni), Beatrice Mancini (Livia), Enrico Ianniello (Vittorio), Pietro Ragusa (Bruno), Tony Laudadio (il produttore), Stefano Abbati (Federico), Anna Bellato (l'attrice), Davide Iacopini (l'impiegato Elgi), Lorenzo Gioielli (l'interprete), Tatiana Lepore (la segretaria di edizione), Domenico Diele (Giorgio), Renato Scarpa (Luciano)
Genere: Drammatico - Origine: Italia - Anno: 2015 – Soggetto:                 Nanni Moretti, Valia Santella, Gaia Manzini, Chiara Valerio - Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Valia Santella - Fotografia: Arnaldo Catinari - Montaggio: Clelio Benevento  – Scenografia: Paola Bizzarri - Durata: 106’  - Produzione: Sacher Film, Fandango, Le Pacte, Rai Cinema - Distribuzione: 01 Distribution
Michele Massaro
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Il cinema a mio parere è un’arte, la settima arte. Ma che cos’è l’arte? L’arte è qualcosa che riesce a descrivere la vita con termini nuovi, toccanti, emozionanti, divertenti. L’arte ti parla al cuore o al cervello, al gusto o al disgusto, al singolo o all’umanità. Mia Madre parla dritto all’uomo, o alla donna, che non si sente adatto e che oggi è comune. Margherita sta girando un film, Giovanni non sa cosa fare del suo lavoro e assieme devono affrontare la malattia della madre, Ada. Il film non parla di morte e non parla di cinema, ma parla anche di queste cose. Soprattutto però il film parla con tutto l’interesse ad essere ascoltato, guardato e non semplicemente visto. Questo è il primo film di Moretti che io abbia mai visto e devo ammettere che inizierò a guardarne altri. Il film è perfetto, riflessivo, toccante e divertente. La Buy è maestrale, Turturro semplicemente perfetto e Moretti riesce a stare in silenzio nei momenti migliori e a dire poche frasi ma incisive. Il ritmo è corretto, nessun errore e tutto scorre come nella vita, forse, troppo velocemente. Un film senza tempo, artistico, consigliato e apprezzato.


PUNTI M: 5

venerdì 5 giugno 2015

“L’eterna giovinezza” per un regista giovane.


Adaline - L'eterna giovinezza
Regia: Lee Toland Krieger
Interpreti: Blake Lively/Stella Musy (Adaline Bowman), Michiel Huisman/Massimiliano Manfredi (Ellis Jones), Harrison Ford/Michele Gammino (William Jones), Kathy Baker/Roberta Greganti (Kathy Jones), Ellen Burstyn/Melina Martello (Flemming), Amanda Crew/Domitilla D’Amico (Kiki Jones), Lynda Boyd/Laura Romano (Regan), Michele Kalamera (Voce narrante)
Genere: Drammatico - Origine: USA - Anno: 2015 – Sceneggiatura: J. Mills Goodloe, Salvador Paskowitz - Fotografia: David Lanzenberg - Montaggio: Melissa Kent  – Musica: Rob Simonsen – Scenografia: Claude Paré - Durata: 110’  - Produzione: Lakeshore Entertainment, Sidney Kimmel Entertainment, Sierra / Affinity - Distribuzione: Eagle Pictures
Michele Massaro
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Io amo i film drammatici. Sono quelle pellicole per le quali è nata la settima arte e riescono a legarti alla poltrona, a entrarti nell’anima e a darti conforto, sollievo, a farti piangere. Adaline è un film sicuramente molto interessante e anche molto ben reso. La giovane ragazza a seguito di un incidente smette di invecchiare e vive la sua vita nascondendosi fino a quando il suo passato bussa le bussa alla porta. A lei spetta la scelta se cambiare o continuare a scappare. Un film sicuramente profondo, interessante, che affronta moltissime tematiche tra cui l’amore, la morte, l’andare avanti sempre e comunque. Blake Lively è splendida in questo film, sembra che la parte le sia stata scritta addosso. Michiel Huisman per me è una rivelazione, l’avevo solo intravisto in War World Z e qui scopro una interpretazione veramente adeguata. Il ritmo è bello serrato, ci si interessa molto e l’idea costante che la vita è una scelta continua se restare o andare via è sempre attuale e ben sviluppata. Se dovessi consigliarvi un film da vedere al cinema, vi consiglierei Adaline.

Punti M: 3

giovedì 4 giugno 2015

Imparare il kung fu dagli anni ‘80.




Kung Fury
Regia: David Sandberg
Interpreti: David Sandberg (Kung Fury), Jorma Taccone (Adolf Hitler), Leopold Nilsson (Hackerman), Eleni Young (Barbarianna), Helene Ahlson (Katana), Andreas Cahling (Thor), Per-Henrik Arvidius (Mc Nickels), Steven Chew (Dragon), Magnus Betnér (colonnello Reichstache), Björn Gustafsson (soldato Lahmstache), David Hasselhoff (Hoff 9000), Eos Karlsson (ninja rosso), Erik Hörnqvist (Triceracop)
Genere: Azione - Origine: Svezia - Anno: 2015 – Soggetto: David Sandberg - Sceneggiatura: David Sandberg - Fotografia: Linus Andersson, Mattias Andersson, Jonas Ernhill, Martin Gärdemalm, Anton Hjalmarsson, Henning Sandström - Montaggio: Nils Moström  – Musica: Johan Bengtsson, Lost Years, Patrik Öberg – Scenografia: Jacob Petersson - Durata: 31’  - Produzione: Laser Unicorn, Lampray - Distribuzione: Youtube
Michele Massaro
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Per oggi non parliamo di cinema, ma parliamo di web. Kung Fury è il prodotto di un internet malato, deviato, con una comicità ridicola e una trama da idioti. Quasi un capolavoro, insomma. Basta infatti notare che in questo film ci sono più addetti alla fotografia che attori per capire che questo è un prodotto studiato e finanziato per essere perfetto. Kung Fury è il nostro eroe, un semplice poliziotto prima, un vero maestro del kung fu adesso. Il suo compito di proteggere il mondo si complica quando arriva un cattivo direttamente dalla storia: Adolf Hitler. Inutile dire che Sandberg sa dove colpire e conosce bene i suoi mezzi, talmente a fondo che non sbaglia una virgola. Il film è veloce, semplice, pieno di trash come piace al mondo dell’internet e permette una mezz’ora di goduria semplice e ignorante. Gli attori sono forzati il giusto per non risultare banali e il clima che ne esce è sublime. Il tutto si riduce così, semplicemente, alla morale dei film polizieschi anni ottanta: spacca tutto e picchia il cattivo.


PUNTI M: 4