Tutto Molto Bello
Regia: Paolo Ruffini
Interpreti: Paolo Ruffini (Giuseppe),
Frank Matano (Antonio), Gianluca Fubelli (Eros), Nina Senicar (Eva), Chiara
Francini (Anna), Paolo Calabresi (Marcello), Ahmed Hafiene (Emiro), Angelo
Pintus (Serafino), Michael Righini (Poliziotto).
Genere: Commedia - Origine: Italia - Anno:
2014 - Scenografia: Giovanni
Bognetti, Guido Chiesa, Marco Pettenello, Paolo Ruffini - Fotografia: Federico Masiero - Montaggio:
Claudio Di Mauro - Durata: 90’ - Produzione: Maurizio Totti, Alessandro
Usai, Colorado Film - Distribuzione:
Medusa Film
Michele Massaro
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Non è facile
scrivere una commedia in Italia, perché la comicità italiana è vasta. Spesso si
punta su un tipo di commedia in particolare. Tutto Molto Bello punta sul genere di commedia che preferisco meno:
quello delle famose gag esilaranti italiane. Così, tra grasse risate che non ci
sono e colpi di scena tra i più scontati, andiamo ad analizzare la storia di
questo impiegato dell’agenzia delle entrate, Giuseppe, che sta per diventare
padre. Sicuramente Paolo Ruffini ha ben in mente la comicità sopra citata,
quella classica di Colorado tanto per
capire, e la sfrutta sotto ogni punto di vista. Uno dei problemi principali,
però, sta nel ritmo della pellicola, lenta
e monotona. In quest’ora e mezza ho sofferto ogni singolo secondo. L’attore
protagonista, lo stesso Ruffini, è un personaggio piatto che non mostra la
minima intenzione di cambiare. È un funzionario dello Stato, quindi è cinico,
freddo e calcolatore, come le commedie del genere ci insegnano. Quindi quando
Antonio, Frank Matano, tenta di
smuoverlo, finisce per ritrovarsi in situazioni paradossali, incontrare persone
variegate, scoprire luoghi che vanno contro la sua etica. Ma l’etica è sempre in secondo piano in
questo tipo di commedia, e poiché lo Stato deve essere palloso mentre l’illegalità
è divertente, diamo l’immagine di un’Italia che fa schifo ma che va bene ai
più, un paese nel quale solo Giuseppe sembra remare contro. Vero che la visione
utopica di un domani migliore viene spesso schernita, ma qui a essere derisa è
proprio la concezione di stato democratico. Davvero una bella immagine sociale,
ciò di cui si ha bisogno con questo populismo e questa ignoranza dilaganti.
PUNTI M: 2
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