martedì 4 novembre 2014

"Tutto Molto Bello" non è un bel film.


Tutto Molto Bello
Regia: Paolo Ruffini
Interpreti: Paolo Ruffini (Giuseppe), Frank Matano (Antonio), Gianluca Fubelli (Eros), Nina Senicar (Eva), Chiara Francini (Anna), Paolo Calabresi (Marcello), Ahmed Hafiene (Emiro), Angelo Pintus (Serafino), Michael Righini (Poliziotto).
Genere: Commedia - Origine: Italia - Anno: 2014 - Scenografia: Giovanni Bognetti, Guido Chiesa, Marco Pettenello, Paolo Ruffini - Fotografia: Federico Masiero - Montaggio: Claudio Di Mauro - Durata: 90’ - Produzione: Maurizio Totti, Alessandro Usai, Colorado Film - Distribuzione: Medusa Film
Michele Massaro
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Non è facile scrivere una commedia in Italia, perché la comicità italiana è vasta. Spesso si punta su un tipo di commedia in particolare. Tutto Molto Bello punta sul genere di commedia che preferisco meno: quello delle famose gag esilaranti italiane. Così, tra grasse risate che non ci sono e colpi di scena tra i più scontati, andiamo ad analizzare la storia di questo impiegato dell’agenzia delle entrate, Giuseppe, che sta per diventare padre. Sicuramente Paolo Ruffini ha ben in mente la comicità sopra citata, quella classica di Colorado tanto per capire, e la sfrutta sotto ogni punto di vista. Uno dei problemi principali, però, sta nel ritmo della pellicola, lenta e monotona. In quest’ora e mezza ho sofferto ogni singolo secondo. L’attore protagonista, lo stesso Ruffini, è un personaggio piatto che non mostra la minima intenzione di cambiare. È un funzionario dello Stato, quindi è cinico, freddo e calcolatore, come le commedie del genere ci insegnano. Quindi quando Antonio, Frank Matano, tenta di smuoverlo, finisce per ritrovarsi in situazioni paradossali, incontrare persone variegate, scoprire luoghi che vanno contro la sua etica. Ma l’etica è sempre in secondo piano in questo tipo di commedia, e poiché lo Stato deve essere palloso mentre l’illegalità è divertente, diamo l’immagine di un’Italia che fa schifo ma che va bene ai più, un paese nel quale solo Giuseppe sembra remare contro. Vero che la visione utopica di un domani migliore viene spesso schernita, ma qui a essere derisa è proprio la concezione di stato democratico. Davvero una bella immagine sociale, ciò di cui si ha bisogno con questo populismo e questa ignoranza dilaganti.

PUNTI M: 2

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